Quello che abbiamo fatto… Il futuro che ci meritiamo

Vi siete mai fermati un attimo a pensare, che senso abbia inquinare? Che senso abbia, avvelenare l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo?
 
Viviamo in un sistema chiuso, interdipendente. Non vi sembra altamente controproducente? Non si può danneggiare una parte, e altrove fare finta che non sia successo niente…

Gli alberi producono ossigeno e ripuliscono l’aria dalle sostanze inquinanti. Saranno considerati alla stregua dei santi, venerati e protetti? Macché… Li abbiamo tagliati, spolpati, sbiancati chimicamente e per farci cosa? La carta igienica poi, che intelligente! Equivale a pulirsi il culo con il proprio futuro…
 
Le foreste e tutto il regno vegetale sono i nostri polmoni, toccherà andare in giro con delle bombole e con i respiratori, come i sub, ma senza le immersioni.

Deforestazione fa rima con desertificazione.


Ma andiamo per gradi, tutto cominciò agli inizi del novecento quando ci fu un triste evento, venne scoperta la duttilità dell’oro nero: “com’è versatile la molecola del petrolio ci puoi fare di tutto, dal dentifricio al catrame, non ci sarà più bisogno neanche del letame! Potremmo soppiantare ogni fonte naturale, vivremo in un mondo completamente artificiale…”, e così ebbe inizio l’era industriale.

Peccato che a distanza di anni ci siamo accorti che gli agenti chimici coinvolti nei processi industriali siano tossici, cancerogeni, letali, per l’ambiente e per ogni forma vivente.

Tossica è la attualità, cancerogena è la società, letale è questa mentalità; c’è aria di calamità!


Madre natura ha messo i combustibili fossili sotto terra per una ragione. Bruciarli rilasciandoli in atmosfera è come buttare nel cesso milioni di anni di evoluzione.


Abbiamo inquinato ogni lembo di terra, l’abbiamo sfruttata, inaridita, cementificata, resa inospitale alla vita. Siamo sommersi dai rifiuti, persino sull’Everest non sanno più come smaltirli; li abbiamo stoccati, inceneriti, sepolti, li abbiamo affondati, ci manca solo di spedirli nello spazio!


Abbiamo inquinato come se non esistesse un domani. 
Ci siamo ingozzati di cibi adulterati e di conseguenza ci siamo ammalati con altrettanta impazienza. Per ogni bambino diabetico e obeso nel mondo civilizzato, ce ne sono 10 che muoiono di stenti nell’altra parte del mondo sfruttato. È questo il vero reato di cui ognuno di noi si è macchiato!

Diossina, metalli pesanti, polveri sottili, fallout radioattivi: sono questi e molti altri i veleni che ci respiriamo, anche l’aria è satura della nostra premura.

Pesticidi diserbanti fitofarmaci e fertilizzanti, perfino in agricoltura ci siamo sostituiti a madre natura. La monocultura, la moderna dittatura, è la nostra più grande sventura!


Per non parlare della plastica, la piaga reale della società attuale. Doveva sembrare geniale, agli inizi del novecento, un composto che non fosse soggetto al biodegradamento: “dura in eterno, è resistente e conveniente…”. Peccato che abbia un leggerissimo effetto collaterale; ti avvelena lentamente, e una volta creato non te ne puoi più disfare: entra di prepotenza nella catena alimentare.


Siamo composti al 70 per cento di plastica ce n’è addirittura un isola a largo del Pacifico, non è magnifico?! Si trova ovunque: dai filamenti rilasciati dai capi d’abbigliamento sintetici, ai micro frammenti nei detergenti chimici. Ci laviamo con la plastica, ce la spalmiamo addosso, ce la spruzziamo, la indossiamo e ce la mangiamo perfino. È si, perché tutti gli scarti che finiscono in mare, vengono scambiati dai pesci per commestibili, e, di conseguenza, ingeriti da noi dementi. Come sono nutrienti e appetitosi, croccanti e sfiziosi. “Sale iodato? No grazie! Mangio solo sale plastificato!”.


Finisce tutto in mare insieme agli scarichi industriali, ai pesticidi, ai rifiuti urbani e perché no anche alle scorie nucleari. L’oceano è diventato una discarica, una cloaca massima, quello stesso elemento, l’acqua, che ci ha donato la vita, è diventata malefica.


“Mi è proprio venuta voglia di fare un bagno. Al massimo mi spunteranno otto braccia come a un ragno, una mano in più fa sempre comodo, e poi sai che tintarella invidiabile avrò quest’anno, tendente al fosforescente, o se sarò fortunato diventerò un x-men mutante!”

Ma la più grande fonte di inquinamento in mare è, del tabagista, il vecchio e caro mozzicone. Se lo mangiasse in un sol boccone! Macché, di una coscienza è sprovvisto, inquina più di un auto in corsa, incurante della propria salute, figurarsi di quella di chi lo circonda.


Il permafrost si sta sciogliendo, i corsi d’acqua prosciugando, le fonti e falde acquifere irrimediabilmente contaminando, e allora quando non ci sarà più acqua da bere come faremo? Ci saranno guerre per accaparrarsi l’oro blu, altro che oro nero!


Se trattiamo così gli altri esseri umani e l’ambiente figurarsi le altre forme di vita, quei poveri animali!


Abbiamo creato gli allevamenti intensivi, sono lager moderni in cui miliardi di animali vengono schiavizzati, seviziati e barbaramente trucidati, separati dalla propria prole, senza che abbiano mai visto la luce del sole, senza aver neanche mai assaggiato un filo d’erba; acciderba! 


Il vero olocausto, nell’epoca attuale, è quello del regno animale.


Un pianeta morente, decadente, miliardi di specie private del proprio vitale ambiente, sono sull’orlo dell’estinzione, vengono decimate senza la benché minima esitazione.


Ma se possiamo sempre far finta che tutto ciò non esista, non possiamo più ignorare quello che il clima ci sta facendo notare.


Le cause del riscaldamento globale sono antropiche solo per metà, dal tubo di scappamento al riscaldamento passando per industria e cemento, ma la più grande parte è costituita dal peto dell’animale, della vacca, del maiale.


Gas serra riscaldano l’atmosfera, per i freddolosi è una mano santa, per tutti gli altri: l’apocalisse che avanza.

Un solo guardaroba per tutto l’anno accanto al kit di emergenza per gli uragani. La collezione primavera-autunno-inverno sarà rimpiazzata da quella siccità-alluvione-carestia, vedrai come andranno a ruba, mentre la gente si darà alla fuga.

Non ci sarà più bisogno di andare in qualche isola a svernare, basterà aspettare qualche anno e diventeremo anche noi a clima tropicale. L’Italia passera da stivale a galoscia?!

I ghiacci ai poli si stanno riducendo, i livelli dell’acqua si sta innalzando, gli oceani si stanno acidificando e i livelli di ossigeno stanno diminuendo.

La padrona di casa, madre natura, ci sta sfrattando…

Sconvolgimenti, siccità, cataclismi di varia entità, alluvioni, terremoti, tsunami, uragani.


Si intensificano gli eventi estremi, è il segno di un precario equilibrio che si è rotto, rischiamo di fare il botto!

Qualche anno fa solo a sentir parlare di riscaldamento globale, gridavi al complotto, ora te la cominci a fare sotto.

Rischiamo l’estinzione, la catastrofe globale è in vista, quando te lo diceva il cospirazionista 10 anni fa, non ci credevi, ora che te lo dice il telegiornale, te comincia un po a prendere male.

Rischiamo di diventare col clima di Venere con 250 gradi all’ombra nelle giornate temperate; che gioia sarà sempre estate!

Abbiamo sfruttato, abbiamo derubato, abbiamo depauperato questo povero pianeta, la nostra unica casa.


Ora per l’oste è venuta l’ora di chiedere il conto, qualcuno se n’è per troppo tempo approfittato, e dunque sarà salato.


La salvaguardia dell’ambiente dovrebbe venire prima di ogni altra cosa, noi dipendiamo dal nostro habitat per sopravvivere, ma non è vero il contrario: la terra non ha bisogno di noi, prima o poi, si sbarazzerà del genere umano come di un parassita che viene disinfestato, ci rigetterà come un organo trapiantato, come un infezione verrà debellato!


Ci accorgeremo mai? Ci pentiremo di…

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