Il beneficio del dubbio

Che differenza c’è tra un ateo forte e un credente fondamentalista? Sono posizioni apparentemente opposte, contrastanti, che tuttavia hanno un punto in comune, entrambe sono estremiste, si fossilizzano su delle posizioni, portano con sé l’arroganza della certezza assoluta, invece di conservare, di tenersi a caro il beneficio del dubbio, che è umile. Il dubbio lascia spazio e stimola al ragionamento, al dialogo costruttivo, alla dialettica socratica: apre la mente a una infinita gamma di prospettive, di possibilità, di punti di vista, non tralasciandone nessuna e, cosa più importante, il dubbio, quindi l’umiltà, non pone freni alla crescita personale. Le religioni fanno ciò nei confronti del credente, con lo scopo di abbindolarlo, promettendo una ipotetica ricompensa ultraterrena e procurando un illusorio senso di conforto. Similmente, che differenza c’è tra l’ideologia comunista e quella fascista? Entrambe hanno in comune il fatto di imporre un modo di pensare, una visione del mondo indiscutibile, entrambe pretendono la cieca obbedienza, non lasciando spazio al ragionamento, soffocano il libero pensiero. Un po’ come succede nel mondo militare, in cui gli ordini di un superiore non vanno discussi ma eseguiti senza pensare alle conseguenze, senza riflettere se sia giusto o sbagliato. Dubitare, però, non avere dei punti fermi, credere in dei valori, non significa non prendere posizioni, non avere delle idee in merito a delle questioni, o non credere in niente, ma significa mettersi costantemente in discussione, non dare mai niente per scontato, soprattutto per quelle questioni che non possono essere dimostrate tramite il metodo scientifico o sperimentate sulla propria pelle.

Dubitare è bene, ragionare è meglio…
 
“L’uomo deve dubitare: il dubbio è un atteggiamento di ricerca, di esplorazione: la certezza, soprattutto quella ideologica o dogmatica, possono forse renderlo più integrato, e in un certo senso più felice, ma con un costo intellettuale molto elevato, che è quello della sua rinuncia a dubitare, esplorare, e quindi pensare.”
 
Piero Angela